Si intitola “Perdonaci la Pace” ed è una preghiera in musica per un mondo riconciliato e più giusto. A realizzarla sono stati l’Arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia ed Enzo Avitabile, autori e interpreti di un’accorata supplica che alterna parti recitate a parti cantate, con versi in italiano e napoletano.

Nelle parole di don Mimmo Battaglia e nel canto di Enzo Avitabile l’invocazione della pace non è riferita solo alle disastrose guerre in corso in molti angoli del mondo. Le loro voci esprimono un desiderio di armonia tra gli uomini più ampio. Chiedono la fine dei soprusi, delle diseguaglianze, degli egoismi che segnano i nostri giorni.

Il testo di “Perdonaci la Pace” richiama una preghiera scritta da don Mimmo Battaglia nel marzo del 2024 per invocare il perdono a Dio per le falsi paci del mondo. Inediti invece sono i quattro versi che Avitabile canta, con la sensibilità che lo contraddistingue, dopo le parti recitate dall’Arcivescovo. Quattro versi in napoletano dal significato emblematico: la pace è luce che fa uscire dal buio, la pace non si fa solo con le parole, ma è un sentiero da percorrere.

IL TESTO DI PERDONACI LA PACE

Signore della Pace, perdona la nostra pace sazia!
Perdonaci la pace del ricco, che banchetta mmiez’ ‘e poveri
Perdonaci la pace del potente, sulle afflizioni del debole.
Perdona la pace armata, chella primma d’ ‘a guerra.

Perdona la nostra pace, la nostra pace sicura!
Quella del padrone, che sfrutta il lavoratore.
La pace delle città, che disdegnano il lavoro dei campi.
La pace che non si fa famiglia per le solitudini altrui.

E se fa’ c’ ‘o core e nun sulo cu ‘e pparole.
È l’unica ricchezza, felicità.
È ‘a luce cchiù ‘e ‘na luce ca ce fa’ ascì da ‘o scuro:
nun è sulo ‘na speranza, ma nu sentiero.

Perdonaci la pace che non libera e non apre la porta.
Quella del compromesso.
Una pace che non è pace,
non sentita, arida e corrotta.

Perdonaci la pace,
una minuscola pace,
una pace che si nasconde
dietro le convenzioni del mondo.

E se fa’ c’ ‘o core e nun sulo cu ‘e pparole.
È l’unica ricchezza, felicità.
È ‘a luce cchiù d’ ‘a luce ca ce fa’ ascì da ‘o scuro:
nun è sulo ‘na speranza, ma nu sentiero.

Signore della Pace,
perdona la nostra pace
e donaci una pace maiuscola
e di più: come la tua.

Comme ‘a toja,
frateme Gesù.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *